Frazione San Teodoro

E’ la frazione più lontana di Serramezzana che deve il suo toponimo al suo Santo patrono

Descrizione

L’isolamento le ha consentito di conservare un aspetto rustico: pochissime case intorno alla chiesa parrocchiale.
La prima notizia documentata del villaggio risale al 1063, quando era sul confine meridionale della circoscrizione amministrativa longobarda di Luca
nia con sede a Capaccio. Fece partedella Baronia del Cilento che, RuggeroBorsa figlio di Roberto II il Guiscardo, aveva concesso ai Sanseverino alla fine dell’ IXsec..
In seguito alla caduta dei Sanseverino e ad alcuni passaggi feudali, il villaggio fu acquistato nel 1580 dai Del Mastro di San Mango, una famiglia che fin dal 1536era stata insignita dall’imperatore Carlo V dello stemma nobiliare e che tenne il villaggio sino all’abolizione della feudalità (1806). Da quel momento, San Teodoro venne aggregata a Serramezzana.
La Chiesa di San Teodoro è l’unico edificio storico del villaggio. Costruita nel XIV sec., presenta linee architettoniche essenziali e semplici, segnate da lesene fittili e da due oculi di stile barocco.
A due navate, con volta a botte unghiate, è permeata dalla luce tramite due ampi finestroni inseriti nella volta. Di particolare interesse artistico sono gli affreschi che ornano la volta sopra l’abside a emiciclo, opera del decoratore Matteo Cilento ( 1829- 1916), originario di San Mauro Cilento, maestro storico della famiglia Giannella, decoratori originari di Serramezzana.
Allievo del prof. Camillo Guerra, finiti gli studi, intorno al 1850, fede ritorno al paese natìo per poi trasferirsi nella vicina Rutino, dove però non sembra aver lasciato nulla che lo faccia ricordare. Molte sono invece le sue opere lasciate tra San Mauro e i paesi limitrofi: le allegorie delle Belle Arti nel palazzo della Cortiglia a Pollica, le decorazioni del Palazzo Mazziotti a Celso, il quadro della Madonna del Rosario per l’altare della confraternita
di Montecorice, la tela di San Mauro Martire nel suo paese e il ciclo di San San Teodoro nella chiesa omonima.
Nelle tele dedicate al Proceso, al Martirio e alla Gloria di San Teodoro, il primo elemento che evince è l’aspetto grottesco delle figure, lontane dalla tradizione pittorica italiana e più vicine a quella fiamminga. L’aspetto tarchiato e deforme dei torturatori e dei soldati pare voglia evocare lo stile del movimento pittorico dei “bamboccianti” del XVII secolo, rivalutato dalla storiografia artistica dell’Ottocento.
La tela quadrilobata raffigurante il Martirio si sviluppa secondo un preciso schema ortogonale: San Teodoro supino sul tavolo di tortura rappresenta il centro foca le dell’opera e realizza una direttrice orizzontale che divide esattamente a metà il dipinto.
Nella scena del Processo, inquisito e inquisitore de terminano due momenti a sé stanti, i due gruppi di figure disposti su due diversi piani determinano una condizione di incomunicabilità che conferisce alla composizione una greve stasi.
Nel tentativo di costruire il dipinto con un marcato rigore compositivo, il pittore esaspera i valori geometrici e prospettici, collocando i personaggi senza tener conto delle esatte proporzioni.
Particolare è la raffigurazione del Santo con le sembianze di una giovane fanciulla, lontana dall’assomiglianza fisionomica di San Teodoro del Martirio e simile alla raffigurazione del Santo nella scena della Gloria, che ascende al cielo sorretto da due angeli confusi nella luce dorata.

Modalità di Accesso

La frazione San Teodoro si trova a circa 190 m s.l.m., sulla strada provinciale che da Cosentini porta a Serramezzana ed ha 70 abitanti.

Contatti

Comune di Serramezzana
Telefono

0974 845040

Fax

protocollo.serramezzana@asmepec.it

Luogo

Frazione San Teodoro, 84070, Serramezzana

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